TROVATA NECROPOLI DURANTE CAMPAGNA DI SCAVI A DOGALETTO DI MIRA
A Dogaletto di Mira, sulla Riviera del Brenta – tra Oriago e la Laguna – un gruppo di archeologi ha riportato alla luce l’Antico Monastero di Sant’Ilario. In qualche settimana, con un'attività informale sono stati recuperati frammenti di ceramiche e tessere
di mosaico, perline ed altri oggetti ornamentali, frammenti di ossa e
denti umani. E' stata poi ritrovata una necropoli
con 14 salme di donne e bambini, forse sepolti in epoca successiva, si congettura, a
seguito di una pestilenza. Le nuove scoperte confermano i ritrovamenti fatti nel 1800, durante le attività di bonifica della laguna, quando furono ritrovati mosaici, colonne, capitelli, marmi e tre sarcofagi: materiale oggi conservato presso il museo archeologico di Venezia. La scoperta di “Sant’Ilario è interessante per la comprensione degli esordi e delle prime fasi
dell’insediamento lagunare inserita in un agglomerato socio-economico e geografico che
comprendeva anche l’area di Altino, Torcello fino a Rivo Alto.
Si sono occupati del Progetto S. Ilario:
- Alcuni Giovani laureandi e laureati in Archeologia
- Diego Calaon, dottore di ricerca in archeologia e storia dei Paesi del Mediterraneo
- Il Prof. Sauro Gelichi, docente di archeologia medievale dell’università Ca’ Foscari di Venezia.
- La Soprintendenza dei Beni archeologici del Veneto
- L’assessore alla Cultura Davide Meggiato
ed hanno avuto il sostegno logistico del Comune di Mia e i Finanziamenti della Regione. I fondi per queste ricerche sono poi finiti (è un tragico destino che i soldi abbiano la tendenza spontanea a finire) ma pare che i lavori riprenderanno nel 2011 (o anche dopo).
Gli studi sono di un certo interesse culturale e turistico per:
- Comprendere lo sviluppo della stessa città di Venezia
- Riscoprire il territorio e la storia di Mira.
- L'organizzazione politica e sociale dei territori della terraferma Veneziana e della area rivierasca.
- Il controllo del Commercio tra l’Adriatico e il Mediterraneo.
Il comune di Mira garantirà per questo tutto il supporto logistico possibile per il raggiungimento dei risultati attesi.
I documenti storici parlano di un complesso monasteriale dei SS. Ilario e Benedetto già nell’ VIII secolo, ben oltre mille anni or sono, presumibilmente collegato con la formazione dell’istituzione dogale veneziana nel quale potrebbero addirittura essere stati sepolti i primi quattro dogi di Venezia, due della famiglia dei Partecipazio e due di quella dei Candiani.
A cedere il Sant'Ilario di Dogaletto ai Benedettini dell’Isola di San Servolo siaulterebbe essere stato il Doge Agnello Partecipazio, proprietario dell'immobile stesso.
Il monastero sorgeva in un dogato dove gli abitanti erano almeno 18 mila persone, come risulta allo storico Giovanni Distefano. L’abbazia aveva, nelle intenzioni del doge Partecipazio, il compito anche di vigilare gli eventuali sconfinamenti degli allora nemici padovani.
Per gli appassionati delle serenissime cose veneziane va aggiunto che Sant’Ilario divenne una sorta di Pantheon dei Dogi, dopo che Partecipazio volle essere lì sepolto, volontà che poi sembra essere stata seguita da altri. L’effettivo Pantheon dei Dogi di Venezia resta comunque la nota Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, a Venezia.
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